Captain, my Captain Quentin

Dopo aver sentito le bordate sonore di "Certe cose determinate", è inevitabile il disorientamento. Smiagolate nel nulla le note dell'ultimo brano, le lancette del "Camembert pranoico-critico, tenero, stravagante e solitario del tempo e dello spazio" devono scorrere prima che le geometrie, i colori, i suoni stessi possano tornare al loro stato di quiete (quiete?) originaria. La prima impressione è che ci si trovi al cospetto di un disco di tutto rispetto, intelligente, anomalo e di grande violenza sonora (come in "Le occasioni sono macchine rotte"). Tutte e otto tracce di questo cd sono strumentali - il che ha un notevole effetto ipnotico - e sono unite da un certo orientamento "indie". Notevoli la tensione emotivo-esecutiva e le ritmiche dispari: labirintiche e matematiche, le strutture del math rock irrompono con virulenza ("La bottiglia viola", con intro in 9/8). Un lavoro, questo "Certe cose determinate", che sicuramente non passerà sotto silenzio.

Captain Quentin, ChioggiaLab, 12.12.08

Dicembre 14, 2008

La stazione di Chioggia, sesta città del Veneto e per di più a vocazione turistica, praticamente non esiste.

Si sono dimostrati davvero un gran bel gruppo i "Captain Quentin", esibitesi ieri sera all'All music cafè di piazza Pitagora. Pur portando avanti un progetto strumentale, i ragazzi reggini hanno saputo coinvolgere il pubblico presente, che ha dimostrato di apprezzare la loro musica, che pur non è di facile ascolto. Michele Alessi (chitarra baritona),  Filippo Andreacchio (chitarra), Vincenzo Colarco (synth) e Massimo Carere (batteria) non si sono risparmiati, e hanno dimostrato l'esperienza acquisita in questi dieci anni di attività, anche se nell'attuale formazione suonano da un anno.