lnstrumental Jet Set • CD fromSCRATCH • 9t - 35:11

Non c'è gusto in Italia a essere intelligenti, curiosi, anche ironici. Ma chi si trova in questo stato, e in questo Stato, cosa deve fare? Se sa suonare. tra le opzioni c'è un disco come "lnstrumental Jet Set" dei Captain Quentin, approdati a lromSCRATCH nel viaggio da Taurianova a Marte. E' bene sia scritto per inciso: assieme a pochi altri lavori questo disco rappresenta il meglio del cervello italico nei primi novanta giorni del- 1' anno, una botta di senso e di peso con nessun timore reverenziale verso ciò che succede in giro.

E soprattutto una ulteriore evoluzione dai temi matematici e spaziali delle prime awenture del Capitano, giusto in tempo per salutare il Beefheart che non c'è più: Le case avanti parte molto più rock (in senso canonico) del solito, i synth cavalcano l'onda, registrazione e missaggio mettono in evidenza l'apporto di tutti gli strumenti, il resto lo fa l'evoluzione della trama ove prima l'uno poi l'altro prendono il soprawento in un'interplay dalla mentalità quasi prog (se il 201 O si era caratterizzato per il ritorno al beat italiano, l'Undici minaccia di saccheggiare il patrimonio del rock progressivo italiano). In Gamn1a Rana (Rano Pano?) le tastiere di Enzo Colarco "cantano" sui ritmi folli imoosti dalla batteria di Massimo Carere e dal basso di Libero Rodofili, ogni mezzo minuto succede qualcosa di nuovo, spunti brillanti à la Jaga Jazzist come stop'n'go di memoria chicagoana, ogni traccia ha sede nella precedente ed è seme della prossima, avrebbe potuto essere un unico filotto da cento minuti dove affogare i Trans AM e i Don Caballero. i Battles e i Can, presentissimo il kraut anche se tra le linee ... immaginate dal vivo. mentre le scariche di chitarra di Michele Alessi e Filippo Andreacchio colpiscono in pieno il torace. (ognuno ha il proprio concetto di) Intervallo indica dal nome la prima diversione percepibile, col flauto Jethro Tulle il sax lasciato libero di svolazzare nella Republique Sauvage, La distanza inverte il semaforo è una colonna sonora per James Bond a sprazzi tunk pittata di nero, Mai stati sulla Luna rallenta e suggestiona le modalità languide degli arpeggi, quando credi di riconoscere la spina dorsale del pezzo essa tradisce ascolti Spiritualized. Con l'energia cinetica di questo disco può muovere Mirafiori per niente a scapito del divertimento, dopo gli Aucan la rotta è tracciata, Ti sei mai chiesto quale funzione hai aggiunge fuoco e fiamme che si moderano ma non troppo, certi Os Mutantes con batteria a ciclo continuo e psichedelia espansa ma non ipnotica. Tra saliscendi e autostrada sgombra, il viaggione non stanca mai le gambe e la testa.

(8) Enrico Veronese